Che cosa sono i Barootarot

(1) Un gioco di carte collezionabili

Ogni carta è composta da una immagine centrale in doppioquadro, un numero posto in alto, relativo alla ripresa fotografica effettuata, ed un nome in basso, un neologismo formato dal legame di due parole.

Sono ritratti di persone realizzati in sequenza temporale, in studio, con immagini di sfondo effettuate in giorni adiacenti alla ripresa, all’esterno, il nome quindi è una qualità positiva peculiare della persona raffigurata.

È una « virtù » della persona a cui l’immagine ed il nome alludono, una facoltà intuita, percepita vivente nell’individuo, che la porta e la magnifica, che è anche una qualità universale a sé stante, quindi ritrovabile via da esso.

Le carte così approntate, segnano un « arcano », un « segreto manifesto », sono una raffigurazione simbolica esprimente un universale vivente, sono le viventi segnature di forze dinamiche, sono « bio-grafie ».

In queste carte viene raccolta una collezione di tali biografie, infinite, con le persone che vanno frequentando lo studio grafico di Cervignano, sono quindi altre, diverse, sempre nuove qualità che entrano in gioco.

Possiamo perciò definire in modo didascalico questo gioco con carte una « simulazione allegorica di un destino comune in atto » oppure, in modo evocativo, visto l’oggetto adoperato, la « stella del destino ».

Le carte vengono raccolte in serie di dodici (12) e contenute in buste, riconoscibili con la « stelloggetiva » (doppio tetraedro) in tinta diversa, sono stampate a colori nel formato di cm. 10 x 21 su carta da g. 300.

(2) Una biografia per immagini

Le persone che ho fotografato, una dopo l’altra, fissandole, hanno attraversato il laboratorio, un loro giorno, fra tanti, alcuni li conosco da anni, altri da più, altri da meno.

Ognuno mi è caro ed è portatore di una peculiare qualità, ci siamo riconosciuti ed ora ognuno fa parte della reciproca vita, insieme facciamo parte di una comunanza di occasioni o di intenti.

Alcuni si conoscono fra loro, altri non si sono conosciuti, il legame possibile viene lasciato alla saggia misura del tempo, così che le biografie si intessano e formino « viventi segnature ».

Siamo organi dell’ente stellare che è il destino di ogni uno, membri di dinamiche creatrici di mondi, disegnanti costellazioni, fautori di dinamiche rilucenti o dinamiche adombranti.

Una qualità si manifesta se è incarnata da una persona, nel misto di luminosità ed oscurità che ognuno porta è facoltà di ciascuno alimentare le une o le altre.

Rammentare tutto il vero nascosto da un solo sbaglio, ricordare la completa bellezza distratta da qualche bruttura, rimembrare tutto il buono sotterrato da un atto di debolezza.

È un compito che muove apprezzando, non blocca biasimando, poiché chi non prosegue non è fermo, ma resta indietro, ed il terzo, l’ente creato dai due, o cresce o deperisce.

(3) Dai gesti pneumatici agli arcaninfiniti

Dato un oggetto comune le persone interagiscono con esso in modi che saranno sempre diversi.

L’oggetto è un solido geometrico di carta formato da otto triangoli equilateri incastrati ottenendo un doppio tetraedro.

La persona è amica ed è invitata a tenerlo per essere fissata nell’attimo del gesto con cui si rapporterà ad esso.

La relazione cordiale tra gli artefici di tale atto determinerà un fare sospeso di ogni altra finalità.

Un semplice fare, un puro stare, dei gesti di spirito (il pneuma) rivelatori di qualità peculiari.

La qualità originale viene messa in luce da una immagine evocativa a sfondo, quindi si nomina e si numera l’arcano ottenuto (il tarot).

Approntato così alla contemplazione, rivelerà allo sguardo desto e caldo risposte silenziose alle infinite domande.

(4) Ogni domanda ha la risposta, ogni segno parlerà

Ogni carta è pertanto un simbolo di una qualità vivente incarnata che può essere contemplata.

Contemplata nella persona ma anche rievocabile a prescindere, sorgente quale imagine simbolica.

Si può interloquire con la persona come pure con I’imagine simbolo e qui o là si generano dialoghi.

Una domanda si coagula, poi l’artefice creerà la suggestione che scioglierà la risposta idonea.

Una via sono le carte mescolate, affidandosi alla saggezza del caso, rimettendosi alla Parola degli Dei.

Tre carte, passato, presente e futuro, un modo tra infinite letture possibili, infine l’artista si appronta al silenzio.

Assorto contempla quesito e carte, amalgamando il più leale responso che la sua arte ha potuto attuare.

L’aforisma: è …poiché

Ogni carta ha quindi un numero e un nome.

Nome che è un neologismo composto da due parole fuse assieme in una.

Ogni neologismo viene supportato da un aforisma che cerca di ampliare in poche frasi la comprensione della qualità cui il nome della carta vuole alludere.

Tale aforisma si compone di una affermazione (è), che scompone il neologismo in concetti, e di una congiunzione causale (…poiché), che è esplicativa della qualità che si vuole evocare con i concetti del nome.

Si cerca di rendere in imagine la percezione della qualità vivente incarnata nella persona: qualità alla quale si può così risalire e quindi far rivivere.

Dunque l’aforisma aiuta nel cercare di dare un responso alla domanda che è stata posta, cui la scelta casuale di quella carta ha cominciato a dare risposta.

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Il diario del progetto

1 • Trasformeremo queste gambette rosse in verdi

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2 • Simulazione allegorica di un destino (comune) in atto

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3 • L’elemento casuale è la parola degli Dei

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4 • Identificazione simbolica del solido geometrico

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5 • Possiamo chiamarla (la) Stella del Destino

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6 • …accordandosi con l’altro e diventano musica

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7 • Una carta ha una affinità con qualsiasi altra

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